News  ·  11 | 08 | 2023

Renzo Rossellini: sempre in cerca della verità

Abbiamo incontrato il produttore e regista per parlare del passato e del presente del cinema italiano.

Ci sono voluti mesi e mesi di riprese, con il risaputo perfezionismo di Chaplin, per il suo primo lungometraggio, e già questo gli conferisce un'importanza non da poco nella storia del cinema. Chaplin, trentaduenne, grazie ai suoi corti è già il popolarissimo re della slapstick comedy e ha sufficiente maestria per scrivere, produrre, interpretare, dirigere, montare quello che è ricordato come il suo film più autobiografico. Un'opera destinata a diventare immortale, per quell'alternanza di toni che diverrà tipica del cinema di Chaplin.  

The Kid è una storia eterna, definita da un intertitolo all'inizio «a picture with a smile – and, perhaps, a tear». In realtà, di lacrime se ne versano parecchie, perché Chaplin ha sempre il coraggio dei sentimenti. L'impatto delle emozioni sullo spettatore è frontale. Qui abbiamo a che fare con un bambino di pochi anni abbandonato dalla madre ancora in fasce, come figlio illegittimo di un pittore, e non è necessario dire che al povero pargolo ne capitano di tutti i colori. Chaplin è il vagabondo che se ne prende cura. Non sarà un genitore perfetto, ma almeno siamo sicuri che non sia anaffettivo. 

In un film realistico e crudo nella rappresentazione della povertà, la sequenza onirica finale sorprende per libertà e comicità. Nella Dreamland che il vagabondo sogna, il quartiere dove vive si riempie di fiori, si trasforma in un luogo festoso abitato da angeli volanti, con tanto di ali, finché non arriva l'invasione dei diavoli a portare scompiglio, gelosia e violenza. È un sogno di compensazione, in cui il vagabondo e il bambino si possono riabbracciare per un momento. Ma, fortunatamente, è anche una premonizione del lieto fine, che rimane abbastanza aperto.      

The Kid è stato omaggiato da tanti registi, da Martin Scorsese in Hugo Cabret a Fatih Akin nel film del 2014 Il padre, da C.T. Dreyer in Michael a Woody Allen in Crimini e misfatti, e perfino da un cineasta agli antipodi come Quentin Tarantino in Bastardi senza gloria. È il film preferito di Wayne Wang. L'influenza del film, però, va ben oltre le citazioni più o meno esplicite e si può ritrovare in tutte le storie di paternità o magari anche maternità adottive e improvvisate, cioè in generale in tutte quelle pellicole dove il concetto e la pratica della genitorialità prescindono dai legami di sangue. Pensiamo, per esempio, a molti film di Hirokazu Kore’eda. 

Jackie Coogan, il bambino prodigio, quando strabilia il mondo con The Kid è già apparso in Skinner's Baby di Harry Beaumont, al fianco di Bryant Washburn, e nel corto Una giornata di vacanza, diretto proprio da Chaplin, che lo aveva scoperto in un vaudeville di Los Angeles, dove il piccolo Coogan accompagnava sul palco il padre, attore di scarso successo. Nel corso della sua lunga carriera, abbastanza travagliata, principalmente in ruoli da caratterista, Jackie Coogan interpreterà anche zio Fester nella serie tv anni Sessanta La famiglia Addams

 

Francesco Grieco